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Un caffè con Rachele Aria Spreafico

Oggi facciamo due chiacchiere con la dolcissima Rachele.

Rachele ha solo 22 anni ma già si batte per trovare il suo posto nel mondo della scrittura.

É una barista e studentessa di Como con grandissimi progetti di vita. Ci presenterà il suo primo libro Aspettando novembre, edito Bookroad.




Allora Rachele, parlami un po’ di te, come ti descriveresti in una parola?

Direi insicura in senso buono. Sono sensibile e questa sensibilità mi porta a pormi sempre un sacco di quesiti e a cercare di mettermi sempre in discussione e in gioco per migliorare.


Questa sensibilità è legata alla tua passione per la scrittura?

Certamente. Scrivere è sempre stato per me uno sfogo, un’evasione dalla realtà. Ho Iniziato a scrivere a 6 anni spronata dalla maestra delle elementari a cui ero legatissimo. Purtroppo, mentre ero alle medie è venuta a mancare e questo mi ha creato un trauma che mi ha allontanato un po’ dal mondo della scrittura.

Ha ripreso qualche anno dopo, dedicandomi soprattutto a poesie e racconti. Poi la mia passione è esplosa con le fan-fiction!


Che tipo di libri leggi di solito

Ho sempre amato leggere, adoro i fantasy. Un libro che mi sto leggendo in questo periodo è Il gioco dell’angelo


Questo libro invece come nasce?

Aspettando novembre è in realtà una sorta di diario di sfogo della mia adolescenza.

Nei momenti difficili ho sempre scritto molto, specialmente poesie, senza mai pubblicare nulla. Poi a inizio 2020 il mio ragazzo dell’epoca mi ha convinta a provare così mi sono buttata.

Qual è il messaggio principale che vuoi portare con questo libro?

Vorrei che il libro fosse di conforto per chi soffre e aiutasse a far sentire meno soli. Troppo spesso certi disagi soprattutto psicologici sono stigmatizzati e sembra quasi che la gente se ne vergogni. Io vorrei far sentire a tutti che c’è molta gente che soffre come loro e non c’è nulla di male!


Il titolo del libro è splendido, molto evocativo, come lo hai scelto?

Ho sempre adorato l’autunno. Novembre è spesso visto come un mese di pioggia e grigiore e pertanto è associato alla tristezza, io invece la vedo diversamente. Per me è un mese che prepara alla rinascita, in questo senso sento che mi rappresenta! Inizialmente doveva chiamarsi Il cielo di novembre ma con l’aiuto della casa editrice ho scelto questo.


A proposito di casa editrice, Bookroad è una CE che usa il crowdfunding, una filosofia un po’ nuova in questo ambiente, come ti sei trovata?

Molto bene direi. Ti danno sei mesi per riuscire a vendere un minimo di copie e in base ai tuoi risultati ti offrono dei diversi servizi. Credo sia stato un ottimo modo per imparare a vendermi e per crearmi un piccolo gruppo di lettori, per quanto ciò sia arduo. Mi sento di consigliarla.


E ora? Cosa ci aspetta per il futuro?

Sto finendo di correggere proprio un libro sulla storia di due gemelli che si trovano a svelare molti misteri sulla loro famiglia in seguito all’omicidio della madre. Anche questo libro l’ho affidato a Bookroad, se riesco a raggiungere le 150 copie dovrebbe uscire a fine 2021.

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