Un caffè con Matteo Daniele Gualtieri
- saragretabloglibri
- Oct 11, 2021
- 4 min read
Oggi abbiamo con noi Matteo autore della commedia romantica ambientata a Milano intitolata Il tempo che perdiamo.

Benvenuto Matteo. TI va di parlaci di te? Cosa si cela dietro lo scrittore?
Buongiorno! Dietro lo scrittore (l'ennesimo di cui questo mondo non aveva bisogno) si cela principalmente un sognatore. Sarebbe difficile altrimenti anche solo pensare di scrivere. Credo che la scrittura sia uno dei mezzi di comunicazione più potenti di sempre. Un libro è immortale, e il suo messaggio sopravvive al naturale corso degli eventi. È eterno. Come la costante voglia dell'uomo di sognare, di raccontare nuove storie e scoprirne tante altre. In un certo senso, la scrittura elude la morte, perché una parte di noi non scomparirà mai.
Quando hai cominciato a scrivere? Come è nata questa passione?
Sono un grande appassionato di Storia, passione che mi ha portato a laurearmi in tale scienza umanistica, e fin da bambino mi è sempre piaciuto scrivere a proposito degli eventi che si studiavano a scuola. Questa voglia di scrivere si è poi trasformata in un'esigenza di raccontare qualcosa creato da me, una storia originale che potesse trasmettere qualche emozione a chi l'avrebbe letta. La prima storia che scrissi fu un racconto breve fantasy quando ero poco più che ventenne, che mi permise di entrare per la prima volta in contatto con il mondo dell'editoria, e assaporare per la prima volta l'emozione di vedere un proprio racconto stampato su carta.
Venendo al tuo libro: Il tempo che perdiamo. Si tratta di una commedia romantica, come sei arrivato a questo genere letterario?
Questo libro è nato letteralmente dal finale. Un giorno ho avuto una sorta di scintilla che mi ha fatto balenare nella testa quello che sarebbe poi diventato l'epilogo de "Il tempo che perdiamo". C'era però da scrivere tutto il libro, e capire quale genere utilizzare. Pur diligendo altri generi, sia come autore che come lettore, ho optato per la commedia romantica perché, tramite una storia leggera, ironica e spensierata, volevo trasmettere qualcosa di più profondo, che potesse toccare le corde emozionali di chi lo avrebbe letto. Con la speranza, come sempre, di poter regalare qualche emozione.
Il tuo protagonista, Daniele, non è il classico protagonista dei romanzi rosa, è senz’altro molto più reale, c’è una componente autobiografica in lui?
Per la realizzazione del personaggio di Daniele mi sono ispirato molto a fatti e situazioni reali, accadute sia a me che ad altre persone. È quindi questo che lo rende reale. Ognuno di noi si può immedesimare in lui, perché le sue reazioni sono umane, come le sue abitudini e la sua quotidianità. Di sicuro c'è anche una componente autobiografica in lui. Daniele racchiude sia la mia parte razionale che sognatrice, e anche un po' ingenua. Entrare in empatia con lui credo sia facile, perché ciascuno può trovare qualcosa di familiare nel suo personaggio.
Una cosa che mi colpisce molto del libro è la chiarezza con cui viene descritta Milano, insieme ai suoi contrasti soprattutto tra il mondo della Milano Bene e quello di tutti i giorni. In un certo senso mi sembra che la trama esista molto in funzione di questa città, mi sbaglio? Quanto il tuo vissuto nella città ti ha aiutato nel dare luce a questa storia?
Milano è di sicuro una componente fondamentale di tutta la storia. È sempre presente, anche quando rimane semplicemente sullo sfondo. Accompagna i personaggi, non li lascia mai soli. Di Milano sono sempre stato affascinato dalla parte più vecchia e periferica. Non è un caso che abbia scelto il Quartiere Adriano come casa di Daniele. Una zona che conoscono bene grazie anche a due miei cari amici che abitavano lì, e secondo me l'esempio calzante di ciò che mi è sempre piaciuto di questa città. Ho vissuto però anche la zona più In di Milano, durante i miei anni universitari, dalle lezioni in Festa del Perdono alle serate nei locali della movida. A parer mio, la forza di Milano è per assurdo la sua contraddizione: è una città che non si ferma mai, in continua evoluzione, internazionale; ma se da una parte c'è l'innovazione, dall'altra c'è la Milano che non riesce a scomparire, con le sue osterie, la Darsena e i letti asciutti che ospitavano il fiume Martesana. Futuro e passato che si mischiano continuamente, donandoci un presente fatto di persone e opportunità.
Per quale pubblico hai pensato questo romanzo?
Penso che questo libro, anche se si presta a un pubblico giovane, possa essere un ponte tra la generazione dei padri e quella dei figli. Le dinamiche sono quelle della classica commedia romantica, è vero, ma anche il trentenne, il quarantenne e il cinquantenne possono ritrovare qualcosa di loro nei personaggi. Ognuno di noi ha vissuto il turbamento amoroso di Claudia, o l'attaccamento a un gruppo di amici come Daniele. Ognuno di noi ha sperato e inseguito amori che sembravano impossibili, e si è reso conto di perdere tempo dietro a qualcuno o qualcosa che non lo meritava. Inoltre credo che questa commedia romantica possa essere indirizzata anche a un pubblico maschile. Conosciamo i pensieri e i dubbi di Claudia, ma una grossa fetta della loro relazione la vediamo attraverso gli occhi di Daniele, attraverso quindi la componente maschile della coppia. Cerco di affrontare la sensibilità che anche gli uomini hanno e spesso per orgoglio e macismo tendono a nascondere. Ma non è solo la donna a struggersi per amore.
Altri libri scritti e libri in fase di realizzazione?
Oltre il racconto breve anticipato in precedenza, il mio vero esordio letterario è avvenuto nel 2018 con il primo capitolo di una trilogia fantasy, "Gli eredi di Coeter". Un genere totalmente diverso dalla commedia romantica, sia per stile, che per trama, che per lunghezza. Tra i libri in fase di realizzazione c'è quindi il secondo capitolo della trilogia, che attualmente è quasi a metà. Ho però scritto anche un romanzo storico, una spy story ambientata in Italia durante le ultime battute della Seconda Guerra Mondiale. Probabilmente sarà questo il prossimo libro che proverò a pubblicare, una volta ultimato e migliorato. In ogni caso, ho una decina di racconti in cantiere. Passione e immaginazione non mi mancano, spero che il tempo mi darà modo di realizzare quanti più libri possibile!
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